la discarica in località Le Fornaci a Viterbo

Ecologia Viterbo non si mette di traverso e non intralcia in alcun modo il piano straordinario del Campidoglio

Roma 17 novembre 2021

Con riferimento all’articolo odierno su La Repubblica a firma di Lorenzo D’Albergo dal titolo “E Cerroni si mette di traverso. Altro stop al piano straordinario” e a quanto si legge nel sommario “La frenata di Ecologia Viterbo blocca l’accordo raggiunto dal Comune con la Rida di Aprilia” riteniamo doverose e opportune alcune precisazioni:

Ecologia Viterbo non si mette di traverso e non intralcia in alcun modo il piano straordinario del Campidoglio. Non lo fa oggi e non lo ha mai fatto.

E i numeri parlano chiaro:

300 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati di Roma città, conferite da AMA, vengono trattate giornalmente nel nostro impianto di trattamento meccanico biologico di Casale Bussi

400 tonnellate di scarti di altri impianti, a cui AMA invia i rifiuti di Roma, vengono smaltiti presso la nostra discarica di Le Fornaci.

In sintesi: Viterbo gestisce oggi già circa 1.100 tonnellate di rifiuti urbani prodotti giornalmente da Roma.

La vostra ricostruzione dei fatti non rende quindi omaggio a tutti i dipendenti di Ecologia Viterbo che con spirito di sacrificio e continui straordinari stanno da tempo dando una mano a Roma per non essere sommersa dai rifiuti.

Il nostro sostegno a Roma parte già dal novembre 2016 quando AMA chiese soccorso a Viterbo che non si è mai tirata indietro mettendo in campo ingenti risorse economiche ed operative, con senso di responsabilità e di servizio.

Per quanto riguarda nello specifico la vicenda RIDA Ambiente, non c’è stato nessuno stop. La questione è molto semplice se approfondita nel modo giusto e corretto. I residui prodotti dall’impianto di Aprilia non risultano stabilizzati secondo i parametri richiesti dalla normativa vigente e pertanto – con nota del 16 novembre indirizzata a tutte le autorità competenti della quale chi ha scritto non era stato evidentemente informato – è stato dato da parte nostra il via libera ai conferimenti anche se sulla base di un regime transitorio che permette comunque alla Rida di smaltire i suoi scarti in discarica.

Non portarli a Viterbo è pertanto solo ed esclusivamente una libera scelta della RIDA Ambiente.

E’ però fondamentale e doveroso ricordare che la discarica di Viterbo è nata a servizio dell’impianto di TMB all’interno di un complesso impiantistico che si rivolge ad un bacino di utenza costituito dalle Province di Viterbo e Rieti comprendendo così oltre ai capoluoghi anche 60 Comuni della provincia di Viterbo e 73 comuni della provincia di Rieti a servizio dei quali l’impianto ha reso da decenni un servizio puntuale ed efficiente di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Di recente l’ex Assessora capitolina all’Ambiente Katia Ziantoni ha pubblicamente ricordato che nella Regione Lazio funziona solo l’ATO di Viterbo.

Tutta l’organizzazione che ruota attorno alla discarica è finalizzata a questo ruolo di servizio del territorio di riferimento e con l’arrivo dei residui da Roma salterà tutto il sistema funzionale, operativo ed economico.

Che ne sarà, occorre chiedersi a questo punto, degli impianti di Viterbo, dei progetti di sviluppo e degli investimenti tecnologici previsti? Ma soprattutto dove porteremo i residui di lavorazione? Forse in Portogallo? Chi pagherà gli extracosti? Chi potrà garantire ancora un servizio regolare, puntuale ed efficiente a tutti i comuni del bacino di utenza delle province di Viterbo e Rieti?

Proprio ieri, il Presidente delle Provincia di Viterbo e il Sindaco di Viterbo, hanno convocato d’urgenza una riunione nella quale hanno espresso particolare preoccupazione per gli effetti negativi che rischiano di compromettere l’autosufficienza oltre che la qualità e la regolarità del servizio per il loro territorio.

Questa è l’esatta ricostruzione dei fatti e Vi chiedo di renderla nota ai Vostri lettori.

Distinti saluti.

L’Amministratore Delegato Pierpaolo Lombardi

Qui di seguito il link al pdf della lettera inviata

Nota Ecologia Viterbo La Repubblica 17_11_2021

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